Si chiude oggi una settimana non semplice per i mercati.
La giornata di ieri ha confermato, se ancora ce ne fosse bisogno, l’estrema incertezza della fase che stiamo attraversando, contraddistinta dall’elevata volatilità. Ieri sera, intorno alle 20.00 ora italiana, Wall Street era in rialzo di circa l’1%: nell’arco di circa 1 ora e mezza non solo si è “mangiata” tutto il guadagno, ma ha chiuso nuovamente in “rosso”, con il Dow Jones in calo dello 0,89%, il Nasdaq addirittura dell’1,34% e lo S&P a – 1,10%.
Oltre alle situazioni già note (inflazione, rialzo dei tassi, politiche monetarie meno espansive) a “gettare benzina sul fuoco” anche le aspettative sulle trimestrali (4° trimestre 21) di molte società del settore tech. Ha iniziato ieri sera, a mercati chiusi, Netflix, che di certo non ha entusiasmato, deludendo le aspettative degli analisti: a fronte degli attesi 5ML di nuovi abbonati, infatti, la società che trasmette in streaming si è fermata alla metà, 2,5 ML, con il titolo che, nel dopo borsa, è arrivato a perdere circa il 20%.
Un caso a parte Peloton, la società attiva nel settore fitness, assurta recentemente agli onori della cronaca grazie alla serie TV Sex and the city, in un episodio della quale uno dei protagonisti, mentre si allenava in una seduta di spinning, è stato colto da un infarto ed è deceduto (ovviamente si parla di fiction). Ma tant’è, sarà anche fiction, la cosa fu sufficiente a far tracollare il titolo. E’ andata anche peggio ieri, con un crollo delle quotazioni di oltre il 20% su indiscrezioni secondo cui la società avrebbe interrotto la produzione (bici da spinning e tapis roulant) a causa del calo della domanda (nel dopo borsa peraltro si è visto un recupero del 7%).
Sono solo 2 esempi, ma che aiutano a capire il “momentus”. Con il calo di ieri, il listino tecnologico USA perde, da inizio anno, il 10%, percentuale che sale a circa il 12% dai massimi di fine novembre 21. Va un po’ meglio al Dow Jones, che limita le perdite al 5,11% da inizio anno e al 5,66% dai massimi (peraltro toccati proprio nei primissimi giorni del 2022, quando è arrivato a toccare i 36.799 punti).
Ad aiutare i mercati potrebbe intervenire l’andamento del rendimento del treasury: dopo che nella giornata di martedì era arrivato a toccare l’1,89%, ieri sera era sceso sotto l’1,80% (1,77%). Un movimento che evidenzia la paura di molti operatori sulla tenuta della crescita dell’economia USA nel 1° trimestre dell’anno: non a caso il numero dei sussidi di disoccupazione si è collocato ad un livello ben superiore alle previsioni, raggiungendo le 286.000 nuove richieste contro attese per 225.000. Elementi che, se dovessero perdurare, potrebbero intaccare le certezze della FED in merito alle nuove stringenti politiche monetarie: i prezzi di borsa oramai “incorporano” sostanzialmente 4 aumenti dei tassi nel corso d’anno. Ovvio che se i tempi, invece, si allungassero (e quindi aumentasse l’intervallo tra 1 rialzo e l’altro ovvero fosse percentualmente inferiore) le quotazioni ne risentirebbero positivamente. E comunque, come fa notare questa mattina Ken Fisher, Presidente della Fisher Investments Worldwide, il livello dei tassi rimane sotto controllo e, soprattutto, i dati sull’inflazione indicano una progressiva normalizzazione. Per cui, in estrema sintesi, “no panic”.
Indici asiatici in ribasso questa mattina (non poteva essere altrimenti). Peraltro le chiusure dovrebbero essere lontane dai minimi di giornata: il Nikkei, per esempio, si aggira intorno a – 0,90% dopo che aveva toccato quasi il – 2%. Idem Hong Kong, prossimo alla parità, dopo essere arrivato a perdere oltre l’1%, mentre Shanghai stenta un po’ di più (– 0,90%).
Futures USA in ripresa (per quanto l’indicazione possa essere aleatoria): nelle primissime ore della mattinata, il Nasdaq, per esempio, perdeva l’1,50%, mentre ora siamo a – 0,5%. Quelli sul Dow da – 1% sono passati in positivo (+ 0,20%), mentre quelli sullo S&P sono appena negativi (– 0,15%).
Petrolio in forte calo, con il WTI sceso a $ 85; la discesa prosegue anche questa mattina, con i prezzi in ulteriore calo dell’1,3% ($ 84,47).
In risalita il gas naturale, comunque sotto i $ 4.
Oro sempre vicino ai massimi di periodo ($ 1.842).
Spread poco mosso a 140bp; in considerazione del rendimento vicinissimo allo zero per il bund, il rendimento del BTP replica i 140 bp dello spread.
€/$ stabile a 1.1334.
Cade il bitcoin: questa mattina scivola sotto i $ 39.000 (38.870), – 7,6%.
E’ venerdì: e come tutti i venerdì, buon week end.
Ps: guardando i conti di ITA, la Compagnia di bandiera che ha preso il posto di Alitalia (marchio che peraltro potrebbe tornare in auge nel caso in cui si puntasse anche su una Compagnia low cost), verrebbe da dire “anno nuovo vita vecchia”. Nei 2 mesi di vita della nuova società per il 2021 le perdite sono state paria a circa € 170 ML (€ 2,2 ML al giorno): un andamento in tutto e per tutto simile a quello della precedente Alitalia. E la situazione di gennaio non lascia presagire nulla di buono. I vertici aziendali si sono affrettati a comunicare che si tratta di numeri in linea con il budget previsto, ma qualche dubbio, visto i precedenti, è più che comprensibile….